L’intelligenza Artificiale vince il Premio Nobel
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Nobel per la Fisica 2024: Hopfield e Hinton premiati per le reti neurali e l’intelligenza artificiale. Cambia tutto nel rapporto “Uomo-macchina”.
Il premio Nobel per la Fisica del 2024 è stato assegnato a due pionieri della tecnologia: John Hopfield e Geoffrey Hinton. Scienziati che hanno rivoluzionato il campo dell’intelligenza artificiale grazie al loro lavoro sulle reti neurali. Anni di ricerche hanno aperto nuovi scenari nel mondo dell’industria con un sistema capace di imitare alcune funzioni cognitive del cervello umano, come la memoria e l’apprendimento.
Il contributo di Hopfield, fisico americano, e Hinton, psicologo e informatico britannico, ha gettato le basi per l’apprendimento automatico, un approccio in cui i computer apprendono dai dati piuttosto che eseguire solo istruzioni programmate. Questa svolta è cruciale per lo sviluppo di tecnologie come il riconoscimento delle immagini e il linguaggio naturale, che sono oggi alla base di numerose applicazioni, dai motori di ricerca alle auto a guida autonoma.
Il premio riconosce non solo la loro influenza nel campo della fisica, ma anche il modo in cui le loro ricerche hanno collegato la biologia, la psicologia e l’informatica. Hopfield ha sviluppato modelli matematici ispirati al funzionamento del cervello, mentre Hinton ha contribuito allo sviluppo delle reti neurali profonde, che permettono ai sistemi di IA di processare grandi quantità di dati e identificare schemi complessi.
Il lavoro pionieristico di Hopfield e Hinton sta trasformando l’industria attraverso lo sviluppo di sistemi intelligenti capaci di apprendere e adattarsi. Nel prossimo futuro, le applicazioni dell’intelligenza artificiale nelle fabbriche, nella robotica e nella gestione delle risorse porteranno a un’industria più efficiente, sicura e sostenibile, ridisegnando il rapporto tra uomo e tecnologia.
Tuttavia, questo Nobel per la Fisica del 2024 celebra non solo il progresso tecnologico, ma invita anche a riflettere su come gestire e controllare questo potere straordinario.
Hinton ha recentemente messo in guardia sui potenziali rischi dell’IA. Nel 2023, si è dimesso da Google, esprimendo preoccupazioni sul fatto che l’intelligenza artificiale potrebbe superare le capacità umane, creando scenari imprevedibili. Questa sua riflessione rappresenta una delle grandi sfide etiche del nostro tempo, nel momento in cui l’IA continua ad evolversi a ritmi impressionanti.
Il lavoro di John Hopfield e Geoffrey Hinton ha già avuto un impatto straordinario sull’intelligenza artificiale e le loro ricerche sulle reti neurali continueranno a rivoluzionare il mondo industriale nei prossimi anni.
Le loro scoperte determinano enormi cambiamenti nella gestione delle risorse nelle catene produttive dove grazie alle Ai si potranno prevedere guasti dei macchinari ed evitare ritardi a causa di inefficienze tecniche.
In particolare, l’uso di reti neurali profonde permetterà ai sistemi di autoapprendere e adattarsi a nuove situazioni senza bisogno di reingegnerizzazione continua.
Tutto questo favorirà l’autonomia dei robot industriali che saranno in grado di svolgere compiti complessi grazie alle reti neurali. La loro “indipendenza” è alla base di un nuovo rapporto con i lavoratori umani.
Un aspetto centrale delle reti neurali sviluppate da Hopfield e Hinton è, infatti, la capacità di elaborare informazioni complesse in modo simile al cervello umano. Questo migliorerà l’interazione uomo-macchina, con robot e macchinari intelligenti che lavorano a stretto contatto con i dipendenti in modo più intuitivo.
Le nuove macchine “Intelligenti” diventeranno lo strumento insostituibile nella manipolazione di materiali delicati o pericolosi, fino al montaggio di componenti in processi di alta precisione.
Dunque, il contesto industriale, sarà il protagonista di una maggiore collaborazione, dove gli esseri umani supervisioneranno e gestiranno macchine avanzate, con l’intelligenza che fornirà supporto decisionale, riducendo il carico di lavoro manuale e favorendo la creatività e l’innovazione.
LA “QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE”
Se la fisica – con la prudenza espressa da Geoffrey Hinton – anticipa, grazie all’intelligenza artificiale, una vera rivoluzione, l’Unione Europea impone regole severe alle imprese.
È stato calcolato che, entro il 2025, i robot svolgeranno oltre la metà dei lavori attualmente esistenti, ma secondo uno studio del World Economic Forum, nessuno rimarrà disoccupato. Si prevede la creazione di 133 milioni di nuovi posti di lavoro a fronte dell’automazione di 75 milioni di mansioni, con un saldo netto di 58 milioni di posti, a condizione che gli Stati investano nella formazione dei lavoratori Questa trasformazione è definita la “quarta rivoluzione industriale” e genera preoccupazioni riguardo alla sostituzione dei posti di lavoro. Tuttavia, i leader delle risorse umane e degli executive strategici delle industrie ritengono che il progresso tecnologico genererà nuove opportunità, in particolare nei settori legati all’information technology, come l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale. Attualmente, solo il 29% del lavoro è svolto da robot, ma si prevede che questa proporzione aumenterà drasticamente. In Germania, che è tra i leader mondiali nell’automazione, la digitalizzazione ha contribuito alla crescita occupazionale nonostante un calo iniziale. Questo suggerisce che l’adozione delle nuove tecnologie può portare a una compensazione dei posti di lavoro persi.
L’UNIONE EUROPEA SI FA SENTIRE
L’Unione Europea ha stabilito ciò che si può fare e ciò che è meglio evitare in materia di innovazione tecnologica con un Web all’AI Act un regolamento che entrerà in vigore in diverse fasi, con un periodo transitorio già iniziato. Il 1° agosto 2024 ha segnato l’entrata in vigore della legge, ma alcune disposizioni saranno applicabili solo dopo il termine della fase transitoria, prevista per febbraio 2025.
La Commissione Europea ha lanciato il “Patto UE sull’Intelligenza Artificiale”, un’iniziativa non vincolante che incoraggia le aziende a conformarsi alle nuove regole prima della scadenza. Tra le aziende firmatarie ci sono nomi noti come Amazon, Google e Microsoft, mentre mancano all’appello giganti come Meta e Apple, che stanno valutando la loro partecipazione futura. L’AI Act prevede sanzioni per l’uso di sistemi di intelligenza artificiale, vietati, a partire dal 2 agosto 2025.
Meta, firmataria di una lettera aperta ai principali quotidiani, chiede alla Ue “di cambiare rotta” e di adottare provvedimenti meno restrittivi. Nella lettera sono citate decine delle maggiori aziende europee che rischiano di restare esclusa dai grandi benefici di una tecnologia aperta, capace di accelerare la crescita economica anche, in un futuro non troppo lontano, con la creazione di nuovi posti di lavoro.
La Ue, dunque, più di altri sente il bisogno di regole ben definite che, come prevedibile, suscitano consensi e critiche soprattutto per i risvolti legali.