
BRICS Contro Big Tech: I Dati Diventano la Nuova Moneta
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Durante l’ultimo vertice a Rio de Janeiro, il blocco BRICS – che oggi conta 11 Paesi tra cui Cina, India, Brasile, Russia e Iran – ha messo sul tavolo una proposta destinata a rivoluzionare l’economia digitale: trasformare i dati personali in una vera commodity globale e far pagare le Big Tech per il loro utilizzo nell’addestramento dei sistemi di Intelligenza Artificiale.
Non è solo un nuovo capitolo nella tensione con gli Stati Uniti di Donald Trump, pronti a imporre dazi a tappeto contro i Paesi BRICS, ma un vero braccio di ferro con i colossi della Silicon Valley. Secondo il presidente brasiliano Lula, l’IA non deve essere un privilegio di pochi, né uno strumento per arricchire una manciata di miliardari. “Vogliamo una tecnologia equa, inclusiva e accessibile,” ha dichiarato Lula, sottolineando come i dati dei Paesi emergenti siano oggi la linfa vitale che alimenta i profitti delle Big Tech senza ritorno per chi li genera.
La proposta è ambiziosa: creare una governance globale dei dati per proteggere la proprietà intellettuale, limitare l’estrazione non autorizzata e garantire un pagamento equo a chi fornisce informazioni, spesso in modo inconsapevole. Se questa linea prenderà piede, i dati personali diventeranno una nuova moneta di scambio internazionale, costringendo le Big Tech a riconoscere finalmente il loro valore.
Un cambio di paradigma che potrebbe riscrivere gli equilibri del potere digitale, spostando ricchezza e controllo verso chi, finora, ha solo alimentato gratis l’economia dell’intelligenza artificiale.
Giuliana Gagliardi
Chief Editor DiPLANET.Tech