Manager Room | FRANCESCO RENNE: Fiscalità e Finanza d’Impresa
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Ospitiamo nella Manager Room FRANCESCO RENNE.
Esperto in tematiche societarie e finanziarie (per imprese, banche e fondi di investimento), M&A e corporate governance nonché in fiscalità e regole (anche antiriciclaggio) dei mercati finanziari, è, dal 1997, faculty member di CUOA Business School (Vicenza) per i temi di “fiscalità della finanza” e di “accesso al credito e finanza d’impresa”, nel percorso EMIF (executive master in finance), nonché per i temi di “governance” e “adeguati assetti”, nel percorso EMSC (executive master in strategia e crescita aziendale); è coordinatore scientifico di AMeC (Accademia Management e Compliance – San Marino) e ,dal 2015, relatore al Master di secondo livello in Diritto Tributario e Consulenza d’impresa “Luigi Einaudi”, presso la Sapienza di Roma sulla “fiscalità degli investimenti”. È socio fondatore dello Studio associato Renne & Partners (Varese) e of counsel di TMC Advisory (Milano, Verona, Ferrara), e ricopre cariche in Consigli di amministrazione e in organi di controllo per imprese industriali e intermediari finanziari, sia in Italia che in Svizzera e Lussemburgo.
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Quali sono le principali agevolazioni fiscali previste nel bilancio del 2025 per le imprese che investono in nuove tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale e l’automazione?
Ad oggi ci sono quattro misure principali di agevolazione, o inserite nella Legge di Bilancio per il 2025 o in altre norme precedenti che esplicano però i loro effetti nel 2025: il credito d’imposta per la “transizione 5.0”, a sostegno degli investimenti in tecnologie digitali e in tema di sostenibilità ambientale, seppur sussistano alcuni dubbi interpretativi sul perimetro effettivo di agevolazione per talune tipologie di investimento; il rifinanziamento per il triennio 2025-2027 della cd. (nuova) “Sabatini”, cioè un’agevolazione sui finanziamenti per gli investimenti in beni strumentali (ex “4.0”, per lo più legati alla sostenibilità ambientale e alle aree economicamente svantaggiate); le agevolazioni cd. “patent box”, che consiste in una detrazione pari al 110% delle spese per investimenti in consulenza, ricerca e sviluppo sugli “intangibles” (es. brevetti, marchi); nonché la previsione di un credito d’imposta legato agli investimenti nelle “zone economiche speciali”. Il sostegno alle nuove tecnologie, AI e automazione è quindi dato da misure più generali in cui possono rientrare tali linee di investimento, salvo eventuali futuri emendamenti alla Legge di Bilancio che individuino forme sostengo ad hoc. Occorre però considerare che all’interno delle linee programmatiche del PNRR, in alcuni casi a livello locale/regionale sono stati predisposti bandi specifici per la digitalizzazione e/o per l’innovazione tecnologica, che meritano specifica attenzione.
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Esistono incentivi specifici per le aziende che investono nella formazione di personale altamente qualificato in settori come l’informatica e la cybersecurity? Se sì, come si può accedere a tali agevolazioni?
Non vi sono misure specifiche nella Legge di Bilancio, rientrando in qualche misura nelle linee di intervento citate prima (es. “5.0”); esistono però delle misure regionali con bandi mirati al sostegno alla formazione del personale.
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Le imprese che assumono personale qualificato in ambito tecnologico nel 2025-2026 potranno beneficiare di sgravi contributivi o altri incentivi fiscali? Quali sono i requisiti per ottenere queste agevolazioni?
A livello generale, rientrano nei pacchetti di incentivazione all’occupazione giovanile (under 35) e femminile, con particolare attenzione alle imprese site nelle aree economicamente svantaggiate, e consistono in sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo indeterminato, rispettando le condizioni fissate dalle varie disposizioni sul tema (prima occupazione e/o stabilizzazione del precariato; esclusione di misure di licenziamento nei sei mesi antecedenti e nei sei mesi successivi; aree “ZES”). Va infine ricordato che le misure di agevolazione agli investimenti prima citate possono consentire una migliore efficienza produttiva e che nella Legge di Bilancio viene confermata la tassazione agevolata al 5% per i premi di produttività al personale.
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Le misure previste nel bilancio 2025 supportano anche le PMI? Purtroppo, pare che la nuova legge penalizzi queste imprese con carichi fiscali pesanti.
Nella Legge di Bilancio non ci sono misure specifiche, salvo quelle citate, ma sappiamo che il Governo sta lavorando sia ad un “Codice unico degli incentivi”, che dovrebbe razionalizzare le oltre 500 misure attualmente attive, di cui solo una dozzina con controvalore superiore al milione di euro (per circa il 60/65% del controvalore delle misure totali). E, ancora, si attende una “Legge per le PMI” in tema di semplificazioni procedurali e accesso al credito. Ecco, se mi è permesso aggiungere, su quest’ultimo punto, intervenire per migliorare il sostegno finanziario alle imprese – soprattutto PMI – è di fondamentale importanza per meglio sostenere la competitività del sistema Paese, magari concentrando tali misure in quei settori maggiormente innovativi. E, nondimeno, ragionando in termini di maggiore tempistica di rimborso, anche in deroga – o sostenendone la correzione – del framework europeo sulle agevolazioni di Stato: una forma tecnica definibile come “matusalem financing”, cioè di lunga durata, supportata da attestazioni periodiche del raggiungimento degli obiettivi di business plan e da controgaranzie pubbliche, permetterebbe maggior finanziabilità da parte delle banche (tramite un minor assorbimento del patrimonio di vigilanza), minor sforzo finanziario per le imprese prenditrici di debito (tramite minori rate di rimborso), maggior trasparenza dei bilanci (anche in chiave fiscale, tramite le attestazioni periodiche sui business plan) e a parità di rischio per lo Stato (a parità di garanzie concesse, vi sarebbe maggior monitoraggio e minor rischio – o comunque maggiormente diluito nel tempo – di escussione).
Giuliana Gagliardi
DiPLANET.Tech