La “Lezione” di Davos
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Ripartiamo con il nuovo anno, che possiamo già immaginare come fra i più ricchi d’innovazioni tecnologiche in ogni settore. Il World Economic Forum di Davos, primo meeting internazionale edizione 2024, ha come tema principale le nuove prospettive dell’”Intelligenza Artificiale come forza trainante per l’economia e la società”.
L’IA è ormai universalmente accettata come un potenziale irrinunciabile per risolvere sfide globali, ma sono necessarie innovazione e regolamentazione. Nel 2023, l’IA ha influenzato lavori, competenze e normative. Il Fondo Monetario Internazionale evidenzia che il 40% dell’occupazione globale è esposto all’IA, salendo al 60% nelle economie avanzate. Donne e laureati sono più esposti ma possono, anche, trarne vantaggio. L’appuntamento di Davos metterà in primo piano la regolamentazione dell’IA a livello globale. Fra tutti, i Paesi della Ue hanno già siglato accordi preliminari.
Secondo il direttore generale Jeremy Jurgens Il WEF ha annunciato l’intenzione di guidare la governance globale dell’IA, focalizzandosi su “guardrail, governance e linee guida per l’innovazione” durante l’incontro di Davos. Già nel giugno 2023, il WEF aveva lanciato l’AI Governance Alliance, coinvolgendo governi, accademici e oltre 40 aziende, tra cui OpenAI, Microsoft, Alphabet e Meta. Con il tema “Ricostruire la fiducia” a Davos, il WEF cerca di dimostrare capacità di superare divisioni e persuadere i Paesi a intraprendere azioni responsabili nell’IA.
Terreno insidioso è trovare l’accordo fra Stati dove le diversità culturali e le economie sono sempre diversi e in cui è difficile imbastire un dialogo comune.
Considerando le oltre 700 iniziative politiche sull’IA da 60 Paesi, dobbiamo scontrarci (speriamo “incontrarci”) con opinioni divergenti sulla regolamentazione. Ad esempio, la Cina ha introdotto norme sull’IA per controllare sistemi che violano i valori “socialisti”, mentre l’UE ha approvato una legge limitando il riconoscimento facciale e l’IA per la classificazione sociale basata sul comportamento o sulle caratteristiche personali. Gli Stati Uniti privilegiano l’iniziativa privata delle grandi imprese per favorire l’innovazione senza ostacoli burocratici.
Possiamo, dunque, immaginare questo nuovo anno come un gigantesco contenitore di info e news che verranno convogliate a ritmi sempre più incontrollabili dalle Ai.
Sarà sempre più difficile “cliccare” sul punto giusto per ottenere aggiornamenti assolutamente affidabili ed evitare di cadere nella trappola delle innumerevoli manipolazioni ormai facilmente attuabili nel mondo del web.
Il futuro che stiamo disegnando alterna i miracoli positivi della tecnologia alle conseguenze negative sul Pianeta in cui viviamo, fra guerre, conflitti e tensioni sempre in aumento che influenzano, con disarmante rassegnazione da parte nostra, la vita di ogni giorno.
Le sfide che l’Europa dovrà affrontare nel corso dell’anno sono fra le più complesse: inflazione, incertezza economica, partecipazione a conflitti armati che le diplomazie dei vari Stati si ostinano a definire “irrinuncabili per il bene comune”. I leader si concentrano su temi già discussi come la necessità di maggiore resilienza, la gestione dei rischi e l’adozione efficace delle intelligenza artificiale.
Il 2024 vedrà un cambio culturale nel campo della sicurezza informatica, con una maggiore condivisione delle informazioni. Attualmente, la reticenza delle vittime a condividere dati sulla cybersecurity, alimentata dalla paura di essere incolpate e dallo stigma associato agli attacchi informatici, crea un divario significativo nell’efficacia delle risposte. Per affrontare questo problema, si prevede che le amministrazioni locali e gli enti normativi promuoveranno politiche per incoraggiare la condivisione delle informazioni.
In Europa, il settore industriale è stato oggetto della maggior parte degli attacchi informatici a causa della mancanza di investimenti per la sicurezza. Nonostante il 76% degli intervistati europei ritenga di essere preparato ad affrontare o addirittura anticipare le nuove minacce, il 22% delle aziende ammette di non essere in grado di farlo e il 19% afferma di non avere fondi sufficienti per proteggere adeguatamente l’infrastruttura aziendale. Per affrontare queste sfide, molte aziende stanno pianificando di investire in software per il rilevamento delle minacce, formazione del personale e soluzioni di protezione degli endpoint.
Fra le sfide da affrontare, ci saranno la diffusione sempre più massiccia dei video deepfake, la contraffazione vocale e un maggiore utilizzo del hijacking.
Dunque, i nuovi manager 2024 saranno i protagonisti di un grande cambiamento di competenze e responsabilità dove i ruoli di Chief Information Security Officer (CISO) si evolverà verso quello del Chief AI Security Officer (CAISO), con un focus sull’utilizzo di modelli generativi per prevedere le minacce in tempo reale e realizzare progetti digitali abilitati dall’IA.
Aspettiamoci di vivere un anno fitto di cambiamenti senza chiederci se saranno più o meno positivi. Siamo soltanto agli inizi della nuova era dell’incertezza.
Giuliana Gagliardi
DiPLANET.Tech