
Hype Vs Intelligenza Artificiale: cosa ci insegnano i CISO guardando al 2026
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Nel 2026, l’Intelligenza Artificiale non sarà più giudicata per ciò che promette, ma per ciò che riesce a reggere nel mondo reale. Dopo due anni di hype mediatico, demo spettacolari e narrazioni “messianiche” – efficienza miracolosa, sistemi auto-riparanti, decisioni autonome – l’IA entra finalmente nella sua fase pragmatica e infrastrutturale.
Dall’Hype al pragmatismo dei CISO
Secondo un recente sondaggio tra CISO negli Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Paesi Bassi:
- L’entusiasmo cieco è terminato.
- Si impone un approccio realistico e sostenibile.
- Gli stessi CISO dichiarano soddisfazione per i progressi, ma con attenzione alla sostenibilità dei sistemi nel tempo.
Complessità organizzativa e AI fatigue
L’IA aumenta la pressione sui team già sotto stress:
- Automazione ≠ eliminazione dei problemi, ma nuova complessità.
- Modelli, controlli, competenze e responsabilità si moltiplicano, generando la cosiddetta “AI fatigue”.
- La vera sfida sarà manageriale, non solo tecnologica.
Privacy e regolamentazione come vincoli strategici
Per i CISO, l’IA non è astratta: accede a log, alert, identità digitali e dati sensibili.
- Il valore dell’IA cresce con l’ampiezza del contesto informativo, ma aumenta anche il rischio.
- Normative come GDPR e NIS2 rendono la privacy un requisito di progettazione.
- Incorporare il principio di privacy-by-design nei workflow sarà cruciale per le organizzazioni nel 2026.
L’IA non sostituisce le competenze, ma le amplifica
- L’IA allega il lavoro ripetitivo, ma non colma il gap di competenze nella cybersecurity.
- I team affrontano sovraccarico cognitivo: supervisionare modelli probabilistici e opachi introduce nuovi rischi.
- Tuttavia, i workflow aumentati dall’IA possono accelerare lo sviluppo dei profili junior, spostando il focus dal lavoro meccanico al giudizio umano, a patto di una governance solida.
Stack legacy vs interoperabilità AI
- Gli stack legacy rigidi sono un ostacolo all’adozione dell’IA.
- I Large Language Model richiedono contesto, aggiornamenti continui e interoperabilità.
- Il vantaggio competitivo sarà avere workflow adattivi e flessibili, non semplicemente “l’IA migliore”.
Velocità decisionale e controllo umano
- La maggioranza dei CISO riconosce i benefici della velocità decisionale portata dall’IA, ma richiede controllo umano.
- La sicurezza futura sarà “a velocità aumentata”, non autonoma.
- Le implementazioni devono essere graduali, integrate nei processi esistenti e con ownership chiara.
L’IA che funziona davvero
L’hype si spegne, lasciando spazio a un’IA:
- Affidabile, non spettacolare.
- Integrata nei workflow, rispettosa della privacy e dei dati.
- Supportiva dei team sotto pressione, ma sotto controllo umano.
Il messaggio dei CISO è chiaro: nel 2026, il valore reale dell’IA sarà la sua capacità di funzionare nel mondo reale, non di promettere miracoli.

