
Manager Room | MASSIMO SERRERI: cliniche intelligenti e Wearable Pet il futuro della veterinaria è già qui.
Da oltre 20 anni Medico Veterinario, Imprenditore Digitale ed esperto di business veterinario, è una figura di riferimento per l’innovazione e la crescita strategica delle cliniche veterinarie. Co-founder di Brave Vet Business e Prosperity for Vet, ha maturato un’esperienza unica nello sviluppo di soluzioni innovative per ottimizzare la gestione economica, integrare tecnologie avanzate e guidare i veterinari verso l’eccellenza imprenditoriale, affermandosi come uno dei massimi esperti del settore.
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Come sta cambiando la professione veterinaria grazie all’introduzione dell’Intelligenza Artificiale? Ci può fare qualche esempio concreto?
Il cambiamento è radicale e irreversibile. Come dico sempre, il settore veterinario è cambiato più negli ultimi 10 anni che nei precedenti 100, e l’AI sta accelerando questa trasformazione. Ma la prima cosa da capire è che l’AI non è più un concetto futuristico: è già qui, nelle nostre cliniche, spesso senza che ce ne accorgiamo.
Nella mia esperienza con AI VET ACADEMY, un progetto nato per far conoscere l’AI ad un vasto pubblico di medici veterinari, vedo tre livelli di trasformazione:
Primo livello – Consapevolezza dell’AI e avvio di automazioni intelligenti: Seguo una clinica di Roma che ha ridotto del 20% il tempo dedicato alla documentazione usando l’AI per generare referti e comunicazioni ai clienti, recuperando 2 ore al giorno per la cura diretta dei pazienti.
Secondo livello – Implementazione di processi di Agentificazione: Nel mio lavoro ho implementato veri e propri agenti AI che gestiscono autonomamente interi processi della gestione.
Terzo livello – Clinica Intelligente: L’AI analizza in tempo reale dati gestionali, performance economiche, scorte di magazzino, e offre suggerimenti predittivi. Identifica automaticamente quali pazienti necessitano di profilassi specifiche, prevede carichi di lavoro, ottimizza turni del personale. È un ‘collega invisibile’ che potenzia l’intero team.
Ma il vero cambiamento è nel mindset: stiamo passando da veterinari che ‘fanno tutto da soli’ a professionisti che orchestrano tecnologie intelligenti. L’AI non sostituisce il veterinario, lo potenzia. È come passare dal microscopio ottico a quello elettronico: stesso obiettivo, capacità moltiplicata.
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In che modo l’IA viene utilizzata nella diagnosi o nella prevenzione delle malattie degli animali da compagnia?
Premetto che non sono un clinico praticante, ma come consulente vedo applicazioni straordinarie che stanno rivoluzionando entrambi gli ambiti.
Nella diagnosi, abbiamo esempi concreti già operativi in Italia. AITEM ha sviluppato Laika, un sistema AI che fornisce diagnosi differenziali in tempo reale analizzando referti di sangue, urine e altri esami. Il veterinario inserisce i dati di laboratorio e in pochi secondi riceve suggerimenti sulle patologie più probabili, basati sull’analisi di migliaia di correlazioni impossibili da valutare manualmente. È uno dei primi software di questo tipo riconosciuti in Italia.
Per l’imaging diagnostico, sistemi come Vetology utilizzano reti neurali per analizzare radiografie veterinarie con un’accuratezza del 92% rispetto agli specialisti umani. L’AI elabora le immagini attraverso vari livelli di analisi, evidenzia anomalie e genera referti preliminari in pochi minuti. Non sostituisce il radiologo, ma fornisce un ‘secondo parere’ immediato che velocizza e rafforza la diagnosi.
Nella prevenzione, l’AI ci fa passare da medicina reattiva a proattiva su due fronti:
Primo, l’analisi predittiva: elaborando dati clinici di migliaia di pazienti, gli algoritmi identificano pattern di rischio. Per esempio, possono segnalare che una certa razza in una fascia d’età specifica sta mostrando trend preoccupanti in determinati valori, permettendo screening mirati su animali ancora asintomatici. I dispositivi di monitoraggio continuo – collari smart, ciotole intelligenti – catturano cambiamenti sottili che precedono le malattie. Un collare può accorgersi che il gatto beve più del solito e suggerire controlli per diabete incipiente.
Durante i nostri corsi di AI VET WEEK, insegniamo ai veterinari a usare questi strumenti non come ‘oracoli’ ma come assistenti intelligenti. La diagnosi finale resta sempre del veterinario, ma con un supporto decisionale enormemente potenziato.
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Ci sono strumenti basati su IA che aiutano a monitorare il benessere degli animali a casa, magari collegati a wearable o app? Come cambia il rapporto tra medico, animale e proprietario?
Assolutamente sì, e questo è uno dei campi più entusiasmanti. Abbiamo dispositivi operativi straordinari che trasformano la casa in un avamposto diagnostico continuo.
Dispositivi già disponibili sul mercato:
Il Minitailz di Invoxia, premiato al CES, misura frequenza cardiaca e respiratoria, rileva aritmie e fibrillazioni atriali, traccia movimenti via GPS. Se gli algoritmi notano anomalie, avvisano immediatamente. È un angelo custode digitale 24/7.
WithaPET, stetoscopio indossabile che registra cuore e respiro. L’AI identifica precocemente insufficienze mitraliche prima dei sintomi. Un check-up cardiaco continuo domiciliare.
Ma la vera rivoluzione che stiamo portando avanti con AI VET ACADEMY va oltre: AGENTI AI che non si limitano a raccogliere dati, ma agiscono proattivamente, confrontano con migliaia di casi simili e forniscono suggerimenti clinici contestualizzati.
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A quali progetti si sta dedicando attualmente?
La Clinica Intelligente: dall’home monitoring all’ecosistema digitale
Sto lavorando con un pool di architetti specializzati a un modello di clinica veterinaria intelligente, concepita come ecosistema digitale governato da Agenti AI:
- Infrastruttura sensorizzata: sensori ambientali alimentano l’agentefacility che ottimizza clima, illuminazione, manutenzione predittiva e costi energetici
- Percorso paziente fluido: RFID (Radio Frequency Identification) e computer-vision seguono il pet dall’ingresso all’uscita; l’agenteflow manager elimina code, chiama quando la sala è pronta, sincronizza cartelle
- Continuità casa-clinica: i dati del wearable domestico si fondono con quelli clinici; l’agentecare coach elabora analytics predittivi e propone prevenzione personalizzata
- Automazione amministrativa: agenti verticali gestiscono fatturazione, scorte, prenotazioni e KPI, liberando il team dalla burocrazia
Il nuovo triangolo relazionale intelligente
Questi strumenti creano un ‘triangolo intelligente’: proprietario coinvolto con dati oggettivi continui, veterinario con accesso a informazioni precise dall’ambiente domestico alla clinica, animale in un sistema di monitoraggio che apprende costantemente.Il gap informativo si azzera.
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L’uso dell’IA migliora anche la gestione amministrativa delle cliniche veterinarie? Pensa che in futuro ci sarà meno burocrazia e più tempo per la cura dell’animale?
Questa è la mia specialità! Con i nostri programmi di formazione “Power AI”, vedo trasformazioni incredibili ogni giorno. L’AI sta rivoluzionando la gestione amministrativa su tre fronti principali.
Automazione intelligente del front office: Chatbot e agenti virtuali gestiscono appuntamenti 24/7, inviano reminder vaccinali, rispondono a domande frequenti, preparano documentazione pre-visita.
Segretari digitali e documentazione automatica: Software che utilizzano riconoscimento vocale e AI per trascrivere automaticamente cartelle cliniche mentre il veterinario visita. Il medico detta durante l’esame e l’AI genera in secondi note strutturate, referti, prescrizioni, riassunti per il cliente.
Gestione finanziaria e logistica predittiva: Algoritmi che analizzano costi, ricavi e fanno previsioni di cassa. Sistemi che monitorano scorte di farmaci e materiali, suggerendo ordini automatici prima che qualcosa finisca. Analisi del magazzino che previene sprechi. Fatturazione automatica che riduce errori e ritardi. Tutto quello che prima rubava ore preziose ora gira in background.
Non è fantascienza, sta già accadendo. Le cliniche che implementano questi sistemi recuperano 2-3 ore al giorno per veterinario. Tempo che diventa: visite più approfondite, formazione continua, attenzione al cliente, prevenzione del burnout. Un’AI che prepara un report non sbaglia e non si dimentica, lo fa in un attimo e con precisione assoluta.
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Cosa pensa dell’impatto etico dell’IA nella medicina veterinaria? C’è il rischio che si affidi troppo alle macchine, a scapito dell’esperienza umana?
Domanda fondamentale che affronto in ogni mio intervento. Il rischio esiste, certo, ma solo se usiamo l’AI in modo sbagliato. Per questo insisto sempre sul concetto di ‘AI come alleato, non come sostituto’.
L’etica per me si declina in tre principi: trasparenza (il cliente deve sapere quando e come usiamo l’AI), responsabilità (la decisione finale è sempre del veterinario), e miglioramento continuo (l’AI deve servire a curare meglio, non solo a guadagnare di più).
C’è un paradosso interessante: l’AI, automatizzando il ripetitivo, ci rende più umani. Un veterinario che non deve perdere tempo a compilare moduli può dedicare 10 minuti in più a spiegare la terapia al proprietario preoccupato. Questo è il futuro che promuovo: tecnologia avanzata per relazioni più profonde.
Come dico sempre nei miei corsi: ‘L’AI sa calcolare, ma solo tu sai prenderti cura’. L’esperienza, l’intuito, l’empatia restano insostituibili.