L’anno della Rivoluzione
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Ci aspettano mesi molto impegnativi in fatto di economia basata sull’Intelligenza artificiale.
Un panorama influenzato, come mai prima d’ora, dai cambiamenti nei valori dei social network e, soprattutto, dagli interessi politici globali. Negli Stati Uniti, le big tech, con figure di spicco come Altman e Musk, cercano di posizionarsi strategicamente con il nuovo governo Trump, che ha subito cancellato regolamentazioni precedenti e approvato un massiccio piano di investimento per l’AI, il progetto Stargate, una joint venture tra OpenAI, Oracle e SoftBank per la costruzione di data center. Una “collaborazione” di non facile gestione che avrà ripercussioni in molti settori.
Parallelamente, si intensifica la competizione con la Cina, che risponde con lo sviluppo del modello Ai avanzato R1, mentre aziende come OpenAI, Google e Perplexity lanciano nuove applicazioni e miglioramenti ai propri agenti per l’Intelligenza artificiale. Amazon, ha qualche problema a innovare con Alexa, rallentata da problemi tecnici e ambizioni di affidabilità estrema.
In Europa, da sempre la più conservatrice, il settore dell’Intelligenza artificiale, è caratterizzato da normative rigide che contrastano con l’approccio più liberale degli USA. Ciò limita l’innovazione privata e favorisce un uso di questa tecnologia orientato al controllo istituzionale, come il riconoscimento facciale e la sorveglianza predittiva, spesso citati nell’Ai Act. Questo la rende uno strumento di controllo più che di progresso commerciale.
In sintesi, il futuro dell’AI è plasmato da dinamiche geopolitiche, commerciali e normative, con tensioni crescenti tra innovazione, competizione globale e responsabilità etica.
La convergenza tra tecnologia e geopolitica sta ridefinendo gli equilibri globali, con grandi opportunità e rischi da affrontare per aziende, istituzioni e governi.
Particolare attenzione merita il settore Fintech sempre più in rapida espansione, con previsioni che indicano un valore di mercato superiore a 1.152 miliardi di dollari entro il 2032. Tra le principali innovazioni emergenti nel 2025 ci sono l’adozione di IBAN virtuali, che semplificano la gestione dei pagamenti, e l’integrazione di soluzioni avanzate per il rilevamento delle frodi. Le normative come il Digital Operational Resilience Act (DORA) in Europa porteranno a un maggiore focus sulla resilienza operativa delle istituzioni finanziarie.
Il 2025 sarà vedrà anche l’adozione crescente delle Central Bank Digital Currencies (CBDC), che consentono transazioni sicure, tracciabili e immediate. La Cina consolida il primato con il suo yuan digitale, ormai integrato in piattaforme globali come WeChat Pay e Alipay, utilizzato come leva geopolitica per aumentare la sua influenza commerciale in Asia e Africa. L’Unione Europea sta testando l’euro digitale in 10 stati membri, spingendo verso un’infrastruttura decentralizzata ma regolamentata che utilizza tecnologie di ledger distribuito (DLT)
In questo panorama gioca un ruolo fondamentale la geopolitica che ha portato a una maggiore cautela nelle decisioni di investimento e nelle operazioni internazionali. Le aziende stanno rivedendo le loro strategie di connettività globale: il 68% dei decision maker nel settore finanziario ha modificato la propria configurazione di rete a causa di preoccupazioni legate alle dinamiche politiche. Inoltre, il 53% ha bloccato piani per l’installazione di nuovi asset in nazioni considerate a rischio. Le tensioni tra potenze globali, in primis gli USA, che cercano di limitare l’influenza cinese nel settore tecnologico, hanno portato a un aumento delle normative e dei controlli sugli investimenti esteri. Questi sviluppi possono rallentare l’innovazione nel Fintech, poiché le aziende devono navigare in un panorama normativo sempre più complesso.
Anche le startup del Fintech accelerano il lancio di applicazioni integrate per il wealth management e i pagamenti transfrontalieri, mentre grandi banche si alleano con attori tecnologici per restare competitive.
Per quanto riguarda la Blockchain, nuovi scenari si stanno delineando oltre il semplice uso nelle criptovalute. Nel 2025, il settore imprenditoriale vede crescere l’uso della tecnologia per il tracciamento di filiere produttive, contratti intelligenti (smart contracts) e iniziative per la tokenizzazione di asset reali come immobili e opere d’arte. A livello politico, i governi adottano la Blockchain per garantire la trasparenza delle elezioni e la gestione delle identità digitali. Tuttavia, la regolamentazione del settore rimane una sfida, con l’Unione Europea che introduce norme troppo rigide per bilanciare innovazione e sicurezza.
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Cybersecurity: Un Ecosistema Complesso
Con l’aumento dell’interconnessione tecnologica, la Cybersecurity è diventata una priorità cruciale per via degli attacchi informatici che sono raddoppiati negli ultimi anni, spesso orchestrati da stati nazionali. Si tratta di attacchi mirati, e in continuo aumento, alle infrastrutture critiche e alle catene di approvvigionamento con un incremento del 78%. La percezione del rischio cyber è ora una priorità per i leader aziendali, con il 70% che afferma che la geopolitica ha influenzato la loro strategia di cybersecurity. Le tensioni tra Russia e Occidente, così come tra Cina e Stati Uniti, hanno spinto le organizzazioni a rafforzare le proprie difese.
Le partnership pubblico-private stanno emergendo come modello efficace per affrontare i rischi su larga scala, mentre la Cyber Resilience diventa un tema centrale per la continuità operativa delle aziende. Le sfide richiederanno un approccio sistemico, con una crescente attenzione alla creazione di architetture di protezione integrate. Le tecnologie emergenti come l’autenticazione biometrica e le soluzioni avanzate per la prevenzione delle frodi diventeranno fondamentali per garantire la sicurezza delle informazioni.
Dunque, un anno davvero interessante.
Giuliana Gagliardi
Chief Editor DiPLANET.Tech