
AI senza filtri: il lato oscuro del “Nudify” e l’incubo dei deepfake sessuali
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L’intelligenza artificiale sta mostrando il suo volto più oscuro.
Dopo anni di meraviglia per le sue capacità creative, oggi la Generative AI è al centro di uno scandalo globale: il “Nudify”, ovvero la creazione di immagini pornografiche false attraverso algoritmi di deepfake.
Da Sophia Loren a giornaliste, influencer e star TV, nessuna celebrità è più al sicuro. Un sito internazionale permette di “spogliare virtualmente” donne famose in tempo reale, alimentando un mercato tossico che viola la privacy e la dignità personale.
Dietro questo “spettacolo digitale”, si nasconde un abuso tecnologico su scala mondiale: piattaforme come phica.net offrono servizi a pagamento di “AI Undress” e “Raggi X”, che generano deepfake pornografici con un semplice click, partendo da immagini pubbliche.
Il fenomeno del deepfake porn è in crescita vertiginosa, con milioni di utenti attivi ogni mese. Persino in Italia il Garante della Privacy è intervenuto, bloccando app come Clothoff, in grado di creare immagini nude persino di minorenni.
Dal 10 ottobre è in vigore la nuova legge italiana sull’Intelligenza Artificiale, che introduce il reato di deepfake non consensuale. La norma punisce chi diffonde contenuti falsificati generati da AI, ma recuperare le immagini già online resta quasi impossibile.
Secondo la dottoressa Elara Vance, esperta di etica dell’AI al Tech & Society Collective, “Questo non è progresso: è un’arma digitale.”
Un’arma che colpisce soprattutto le donne, costrette a subire un trauma che va oltre la reputazione. Gli esperti parlano di una vera e propria “impronta digitale del trauma”, che segna le vittime per sempre: dalla salute mentale ai rapporti di lavoro, fino alla fiducia nel mondo online.
Giganti come Meta e X (ex Twitter) stanno tentando di arginare il fenomeno, ma la velocità dei contenuti e la natura open-source dei modelli Gen-AI rendono il problema sistemico. Chiunque, con un computer e una connessione internet, può diventare un creatore di abusi digitali.
Negli Stati Uniti, la pressione dell’opinione pubblica sta spingendo il Congresso a proporre una legge federale per criminalizzare i deepfake sessuali non consensuali, prevedendo sanzioni e pene detentive severe.
Quello che un tempo era un gioco di laboratorio è diventato un incubo tecnologico.
E mentre l’AI continua a evolversi, la vera sfida sarà difendere ciò che resta della nostra intimità digitale.
Giuliana Gagliardi
Chief Editor DiPLANET.Tech

