
Digitalizzazione in Italia: perché imprese e PMI faticano a decollare
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Nonostante anni di convegni, rapporti e promesse, la digitalizzazione delle imprese italiane resta ferma. La BPER, in un recente intervento sul tema, sottolinea l’importanza dell’innovazione, ma i dati raccontano una realtà diversa: solo il 28% delle società quotate ha avviato una vera trasformazione digitale, mentre il 19% delle PMI utilizza tecnologie avanzate in modo strutturato. Il settore industriale, invece, segna un progresso digitale del 48%, insufficiente per competere a livello europeo.
Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index), l’Italia si mantiene su un livello base di digitalizzazione, celebrato come un traguardo, mentre l’adozione dell’Intelligenza Artificiale resta marginale e confusa.
In questo contesto, la proposta di BPER Banca punta a creare un ecosistema digitale integrato, con strumenti come Conto Corrente On Demand Business, piattaforme Smart Banking e Corporate Banking, il portale B:Digital Corporate e laboratori di co-design in cui clienti e team della banca sviluppano insieme nuovi servizi digitali.
Tuttavia, il vero ostacolo non è tecnologico ma culturale: senza un cambiamento organizzativo e strategico profondo, la digitalizzazione rischia di rimanere un “nice to have” e non un asset competitivo reale.
In sintesi, le banche possono offrire strumenti innovativi, ma l’Italia deve affrontare un salto culturale e organizzativo se vuole davvero accelerare la trasformazione digitale e non limitarsi a spostare pagine web invece di far crescere l’economia.
