La Svezia si unisce alla NATO: Impatti Geopolitici, Ecosistema Innovativo e Leadership nell’Energia Rinnovabile
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I conflitti nel mondo si stanno allargando mettendoci di fronte a scenari geopolitici ed economici sempre più difficili da gestire. La prima metà di questo marzo del 2024 presenta un contesto caotico in cui le ripercussioni sulla cybersecurity si fanno sentire in ogni settore.
La Svezia, con una forte industria della difesa, competenze tecnologiche avanzate e una significativa forza aerea entra nella NATO dopo l’approvazione, anche, di Turchia e Ungheria. Si prevede un contributo importante all’Organizzazione Nord Atlantica da parte di questo Paese, specialmente nelle regioni del Mar Baltico e dell’Artico. Inoltre, grazie alla sua posizione geografica e strategica nel cuore dei Paesi Nordici porterebbe ad un rafforzamento delle capacità dell’Alleanza in queste regioni. Già determinante il suo impegno per l’aumento della spesa militare e la cooperazione difensiva con altri partner come gli Stati Uniti e il Regno Unito, la Svezia si confermerà come un partner chiave della NATO in questo complesso contesto internazionale.
Prerogativa della Svezia è il suo ecosistema, la sostenibilità in cui numerose aziende svolgono un ruolo significativo. Il robusto sostegno finanziario alle startup e gli investimenti per l’innovazione permettono alle aziende svedesi di eccellere in settori destinati a crescere nei prossimi anni, tra cui energia, intelligenza artificiale, trasporti, alimentazione e costruzioni.
Nel campo dell’energia rinnovabile, la Svezia si distingue come leader globale nella bioenergia, con circa il 70% della sua elettricità generata da fonti rinnovabili. In particolare, è stata il primo paese europeo a superare gli obiettivi di energia rinnovabile dell’UE per il 2020, raggiungendo una produzione di energia rinnovabile del 49%. Considerando anche la produzione di elettricità priva di combustibili fossili della Svezia, che include l’energia nucleare, attualmente il paese si attesta intorno al 98%. Con l’ambizioso obiettivo di raggiungere una produzione di elettricità priva di combustibili fossili al 100% entro il 2040, sta compiendo passi significativi verso un paesaggio energetico più verde.
Nel resto del mondo, dal punto di vista economico, questo mese si presenta come un periodo di forte transizione, con l’inflazione in crescita e con tassi che oscillano generando incertezza nei mercati finanziari. La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, sebbene attenuata rispetto agli anni precedenti, continua a influenzare i flussi commerciali globali e le decisioni degli investitori. Inoltre, l’instabilità politica in diverse aree, come in Medio Oriente e in alcuni paesi dell’Africa, contribuisce a un clima di incertezza che può impattare sulle dinamiche economiche globali.
Le tensioni geopolitiche possono accentuare il rischio di attacchi informatici con tentativi di spionaggio, sabotaggio o violazioni della sicurezza a fini politici o economici. La recente Conferenza di Monaco, forum dedicato alle questioni di sicurezza internazionale, ha messo in evidenza il potenziamento dell’industria della difesa della UE, con investimenti anche attraverso una collaborazione nella produzione di armamenti, come nel caso del sistema antimissile Patriot prodotto in Germania.
Giuliana Gagliardi
DiPLANET.Tech