
Chi ha paura di WhoFi? La prossima Frontiera del Diritto
Stefano NardiniAvvocato presso Studio Legale Nardini

WhoFi: quando il Wi-Fi diventa sorveglianza invisibile. La tecnologia che ti riconosce senza telecamere. E solleva domande legali enormi.
Questo studio solleva questioni giuridiche che molti professionisti ancora sottovalutano o peggio, ignorano del tutto. Per chi lavora nel diritto, queste tecnologie aprono tre problemi concreti e interconnessi, il che complica ulteriormente le cose.
Primo: consulenza. Le aziende chiedono pareri di conformità su GDPR e AI Act, ma non basta conoscere l’articolo 9, si deve capire come funziona tecnicamente il sistema, in caso contrario come puÃē valutarsi se ÃĻ proporzionato? Se esistono alternative meno invasive? Se l’informativa ÃĻ davvero completa o possibile? Quest’anno due aziende che si sono rivolte a me per implementare sistemi di videosorveglianza intelligente non avevano alcuna idea dei vincoli normativi, immaginiamoci in futuro se tecnologie tipo WhoFI prenderanno piede.
Secondo: contenzioso. Aumenteranno quasi certamente le cause per violazioni privacy, licenziamenti basati su dati illegittimi, discriminazioni algoritmiche. In questo ambito un avvocato dovrà saper contestare perizie tecniche, chiedere audit indipendenti, dimostrare bias nei sistemi, competenze che oggi hanno in pochi.
Terzo: incertezza normativa. L’AI Act diventa pienamente operativo solo tra il 2026 e il 2027, i Garanti non hanno linee guida specifiche su WhoFi e tecnologie di rilevamento passivo. La giurisprudenza ovviamente non aiuta vista la novità del sistema.
WhoFi non ÃĻ fantascienza, ÃĻ già qui ed occorrerebbe comprenderlo a fondo non solo da parte di chi opera sul campo ma anche da parte di chi dovrebbe regolare lâuso di queste tecnologie invasive e pervasive.
Per un’analisi completa delle implicazioni giuridiche:
https://avvocatonardini.it/whofi-sorveglianza-wifi-gdpr-ai-act/
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