Innovazione Tecnologica e Sfide Future: Intelligenza Artificiale, Blockchain e Sicurezza Informatica al Centro del Dibattito
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Ben ritrovati dopo la pausa estiva. Pronti a riprendere con noi il viaggio attraverso il mondo delle tecnologie innovative? Ne vale la pena. L’autunno si presenta ricco di novità e approfondimenti su temi che stanno plasmando il futuro, dall’intelligenza artificiale alla blockchain, fino alle nuove frontiere della realtà virtuale e aumentata.
In questi giorni, la ripresa ha puntato i riflettori sul vertice di Cernobbio, appena concluso, che anticipa i cambiamenti nel mondo dell’economia per i prossimi mesi e il prossimo anno.
Organizzato da TEHA, The European House di Ambrosetti, l’appuntamento – il cinquantesimo della serie – si è concentrato, com’era prevedibile, sul futuro dell’occupazione grazie alle tecnologie e al sopravvento dell’Intelligenza Artificiale anche nel mondo della formazione aziendale e della scuola.
Temi di enorme attualità, soprattutto in Italia dove gli investimenti da parte delle imprese sembrano ancora essere molto modesti rispetto alla media dei “colleghi” stranieri.
La formazione è stata uno dei temi in primo piano. Il ministro per l’Istruzione e il Merito, Giuseppe Valditara, ha anticipato che nelle scuole verrà introdotta la sperimentazione sull’uso dell’Intelligenza Artificiale. Protagoniste dell’iniziativa, per la prima volta in Italia, sono quindici classi localizzate in Calabria, Lazio, Toscana e Lombardia, saranno utilizzati assistenti virtuali per personalizzare la didattica. Il Ministro ha sottolineato che l’IA, guidata dagli insegnanti, aiuterà a migliorare le performance degli studenti e a ridurre il carico di lavoro amministrativo per i docenti. La sperimentazione mira a valutare l’efficacia degli assistenti virtuali nell’inclusione degli studenti che presentano esigenze educative speciali e a migliorare il rapporto tra insegnanti e alunni.
Sul fronte dell’occupazione, i pro e contro hanno anticipato realtà che vedono in primo piano l’affermarsi di figure professionali altamente specializzate e in continuo aggiornamento.
Al riguardo, Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia presente al Forum, ha sottolineato che l’IA ha il potenziale di automatizzare una gamma talmente vasta di mansioni, che – entro il 2055 – la metà delle attività lavorative attuali sarà completamente affidata alle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale.
La carta vincente delle nuove professioni vede protagonisti gli ingegneri di machine learning e gli esperti di etica dell’IA.
Di esperti in questa branch ce n’è davvero molto bisogno, visto che le IA possono costituire un parziale rischio nell’ amplificare pregiudizi esistenti, come i bias, e minacciare i diritti civili e sociali.
Le aziende devono investire nella qualità dei dati, nella progettazione inclusiva e nel monitoraggio continuo per garantire che l’IA operi in modo equo e responsabile. Con l’aumento dell’uso dell’IA nel 2025, la preparazione e l’adeguamento a queste sfide saranno cruciali per il successo e la reputazione delle organizzazioni digitali o green.
Il lato positivo è che l’adozione dell’AI nelle pratiche lavorative da remoto, porterà a una maggiore automazione di compiti ripetitivi, liberando tempo per attività più strategiche e creative. Si stima che l’AI potrebbe sostituire 85 milioni di posti di lavoro entro il 2025, ma ne creerà anche 97 milioni con nuovi ruoli, richiedendo agli utenti di essere agili e pronti ad adattarsi.
Tutto, ovviamente, va preso con prudenza. Uno studio presentato al recente Forum di Cernobbio evidenzia come l’intelligenza artificiale generativa possa contribuire anche a una crescita del PIL italiano fino al 18,2%, pari a 312 miliardi di euro annui nei prossimi 15 anni. Questo impatto si riflette particolarmente sulle piccole e medie imprese (PMI) e sul brand “Made in Italy”, con incrementi previsti rispettivamente di 122 miliardi e 121 miliardi di euro per l’export manifatturiero. Tuttavia, permangono criticità legate alla carenza di competenze e alla fuga di cervelli che in Italia è un fenomeno in continua crescita.
Sul fronte Fintech, la Svizzera annuncia che, da settembre dopo una lunga trattativa, il Cantone di Zugo ha avviato un’importante iniziativa per diventare un centro globale per la tecnologia blockchain, investendo 39,35 milioni di franchi svizzeri in cinque anni nella “Blockchain Zug – Joint Research Initiative“. Questo progetto, frutto della collaborazione tra l’Università di Lucerna e la Scuola Universitaria Professionale di Lucerna, prevede la creazione di un istituto di ricerca con nove nuove cattedre, mirato a esplorare non solo gli aspetti tecnologici della blockchain, ma anche le sue implicazioni sociali, economiche e politiche.
Obiettivi dell’iniziativa, oltre alla ricerca interdisciplinare, il rafforzamento della competitività, con cui
Zugo intende consolidare la sua posizione di primo piano, soprattutto in vista dell’introduzione dell’imposta minima dell’OCSE, che entrerà in vigore nel 2024, vi è la sostenibilità finanziaria.
Il settore bancario sarà, ovviamente, il più favorito dalla blockchain per migliorare servizi finanziari alla clientela retail. L’impatto si farà sentire, anche, nel settore immobiliare dove la tokenizzazione delle proprietà sta già riducendo la necessità di intermediari e favorendo la semplificazione delle transazioni.
In sintesi, Zugo – portabandiera dell’innovazione tecnologica in Svizzera – mira a diventare un centro di riferimento mondiale per la tecnologia blockchain, integrando approcci tecnologici e umanistici nella ricerca e nello sviluppo. Questo progetto mette in primo piano un Paese europeo non legato alla Ue, come leader nell’innovazione blockchain in grado di affrontare le sfide future legate a questa tecnologia.
Crescita delle Minacce Cyber
L’aumento degli attacchi informatici, in particolare contro le infrastrutture critiche e le catene di approvvigionamento, sta creando un clima di instabilità economica. Secondo il Global Cybersecurity Outlook 2024, il 70% delle organizzazioni ha visto la geopolitica influenzare le proprie strategie di cybersecurity, con il 32% che ha aumentato l’uso di rapporti di intelligence per affrontare le minacce.
La competizione globale per la supremazia tecnologica sta accelerando, con paesi come gli Stati Uniti, la Cina e l’Unione Europea che cercano di dominare il settore delle tecnologie emergenti. Questa corsa all’innovazione potrebbe portare a una maggiore cooperazione internazionale, ma anche a conflitti, poiché le nazioni cercano di proteggere i propri interessi strategici.
La necessità di una governance multilaterale in materia di cybersecurity è diventata evidente. Le differenze ideologiche e strategiche tra le nazioni complicano la creazione di normative comuni. Tuttavia, la crescente minaccia di attacchi cyber e campagne di disinformazione richiede un approccio coordinato. La Commissione Europea sta lavorando a una strategia digitale per affrontare queste vulnerabilità, ma la dipendenza dalle tecnologie esterne rimane una preoccupazione.
Un futuro impegnativo
il 17 gennaio 2025, entrerà in vigore il DORA, Digital Operational Resilience Act, una regolamentazione dell’Unione Europea che stabilisce requisiti uniformi per la resilienza operativa delle entità finanziarie. Le sue principali caratteristiche includono:
Gestione del rischio ICT: Le istituzioni finanziarie devono implementare un framework di gestione del rischio ICT che comprenda la protezione, la rilevazione, la risposta e il recupero da incidenti informatici.
Test di resilienza: DORA richiede alle organizzazioni di effettuare test regolari per valutare la loro capacità di resistere a interruzioni operative e attacchi informatici.
Supervisione dei fornitori di servizi ICT: Le aziende devono monitorare i rischi associati ai fornitori di servizi ICT considerati critici, garantendo che anche questi soddisfino i requisiti di sicurezza.
Il 23 e 24 ottobre, si terrà a Roma, presso l’Auditorium della Tecnica, il 22° Forum ICT Security. In primo piano la Cyber Security.
L’Europa, oggetto del recente rapporto Draghi sulla competitività del Vecchio continente, come affronterà il futuro in ambito tecnologico?
Ne parliamo con il professor Fabrizio Baiardi, professore Ordinario di Informatica presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa dove coordina il gruppo di ICT risk assessment & management.
Giuliana Gagliardi
DiPLANET.Tech