
USA: il nuovo confine si chiama “Social Score” — e riguarda anche l’Italia.
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Gli Stati Uniti stanno introducendo un cambio epocale nei controlli di ingresso: un upgrade dell’ESTA che trasforma l’autorizzazione elettronica in un vero e proprio audit della tua identità digitale. Non più solo passaporti, controlli biometrici o verifiche formali: a determinare se puoi varcare la frontiera americana saranno i tuoi ultimi cinque anni di attività online.
Una svolta che arriva mentre gli USA si preparano a ospitare i Mondiali di calcio 2026, periodo in cui milioni di visitatori entreranno nel Paese. Ma la novità è tutt’altro che festosa: il nuovo sistema richiederà a chi arriva dagli Stati del Visa Waiver Program, Italia inclusa, di dichiarare:
- tutti i profili social utilizzati negli ultimi cinque anni;
- ogni numero di telefono associato negli ultimi cinque anni;
- ogni indirizzo email usato negli ultimi dieci anni;
- dati familiari completi, quasi un micro-albero genealogico digitale.
Una raccolta di informazioni senza precedenti che trasforma l’ESTA in un “Social Score” made in USA, un filtro preventivo in grado di giudicare chi siamo — o chi eravamo online.
Controllo digitale o nuova sicurezza nazionale?
Il timing non passa inosservato: prima l’aumento dei prezzi dei parchi nazionali per i turisti stranieri, ora l’estensione del controllo dei dati personali. Sembra che la priorità sia “guardare la tua timeline prima del tuo passaporto”. Con domande aperte:
Un like di cinque anni fa potrà davvero influenzare l’ingresso nel Paese?
E un tweet del 2020 potrà decidere se potrai salire sull’Empire State Building?
L’Italia coinvolta direttamente
Essendo parte dei 42 Paesi del Visa Waiver Program, gli italiani saranno pienamente interessati dalla misura. Chi desidera viaggiare negli Stati Uniti fino a 90 giorni per turismo o affari dovrà presentare la nuova versione dell’ESTA e condividere la propria cronologia digitale quinquennale.
Una scelta che, paradossalmente, potrebbe diventare il più grande incentivo al decluttering dei social media della storia. Non la Silicon Valley, ma l’ESTA potrebbe introdurre il primo vero social detox globale.

