Compliance Reloaded: la finanza entra nell’era dell’intelligenza fiduciaria

Nel contesto della crescente digitalizzazione dei servizi finanziari, le funzioni di controllo sono oggi chiamate a coniugare rapidità operativa, esperienza utente e rigore dei presidi antiriciclaggio e antifrode. L’indagine qualitativa condotta dalla Banca d’Italia nel 2025 ha messo in luce il livello di maturità tecnologica degli intermediari e le aree di vulnerabilità ancora aperte, evidenziando la necessità di un approccio più strutturato e proattivo all’innovazione.

Il tema è stato al centro anche del recente Salone dei Pagamenti, dove LB – Launch the Business ha presentato con successo la propria visione di Compliance as a Service. L’evento ha confermato come la vera sfida del settore sia costruire un ecosistema fintech capace di unire tecnologia e fiducia e senso pratico, come quello che contraddistingue questa nuova realtà emergente, con una compliance integrata nel cuore del business e orientata a un futuro realmente sostenibile e “globotico”.

In tali circostanze è pertanto fondamentale che i rischi associati all’identità digitale, quali il crescente numero di identità sintetiche, vengano circoscritti: l’analisi comportamentale, le “digital fingerprints” degli utenti e le nuove tecnologie possono rafforzare i processi di adeguata verifica e di monitoraggio nel continuo, migliorando al contempo l’efficienza operativa. Tuttavia, la loro adozione richiede una governance chiara, un’integrazione coerente nei framework di controllo e una valutazione proporzionata del rischio, affinché l’innovazione non diventi essa stessa fonte di vulnerabilità. In tali contesti, realtà come Trustfull forniscono soluzioni in grado di per sviluppare processi di onboarding e monitoraggio più sicuri, fluidi e conformi cercando di portare sempre maggiore innovazione al comparto e permettendo di rinnovare i processi allineandosi alle prospettive d’intervento richieste dall’Autorità.