
GEMINI 3 e Ironwood: il Ritorno Trionfale di Google nell’AI
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Il mercato frena, ma GOOGLE corre come mai prima d’ora
Nel 2022, quando ChatGPT esplose sulla scena globale, Google sembrò per un attimo il gigante addormentato della Silicon Valley. Poi, all’improvviso, si è svegliato — e ora sta correndo più veloce di tutti. Con il lancio del modello Gemini 3 e del chip Ironwood, Mountain View non solo è rientrata nella partita dell’AI: ha messo il turbo.
Quello che fino a poco tempo fa sembrava un inseguimento affannoso è diventato una vera rimonta. Gemini 3, il nuovo modello di punta di Google, è stato accolto da elogi insolitamente entusiasti persino da figure come Marc Benioff, che ha definito il salto “insane” dopo appena due ore di utilizzo. Per un CEO abituato a usare quotidianamente ChatGPT da tre anni, è un complimento che pesa.
Il gioiello hardware della casa — Ironwood, settima generazione dei TPU — promette prestazioni talmente efficienti da sfidare apertamente la supremazia storica di Nvidia. E questo basta a capire perché Alphabet sia uno dei pochi titoli tech che continuano a correre mentre il resto del mercato frena.
I numeri parlano chiaro: Alphabet è salita del 70% nell’ultimo anno e ha superato addirittura Microsoft in capitalizzazione. Gli investitori annusano qualcosa, e quel qualcosa si chiama “momentum”. Gli analisti parlano di un “AI comeback” talmente forte da mettere in ombra perfino gli ottimi risultati di Nvidia.
Se c’è un asset che nessuno può scippare a Google è YouTube — una delle più grandi miniere di dati video al mondo. In un’epoca in cui ogni modello AI punta a dominare la generazione multimodale, avere miliardi di ore indicizzate è più di un vantaggio: è un superpotere.
Non sorprende che Google stia capitalizzando questo tesoro integrando la famiglia Gemini in quasi tutto il suo ecosistema: Search, Google Cloud, AI Studio, app Gemini e persino i prodotti enterprise che stanno spingendo il cloud verso trimestri record. Solo nell’ultimo, l’azienda ha toccato quota 100 miliardi di dollari di ricavi.
Ma la guerra dell’AI è tutt’altro che finita
Dietro l’entusiasmo, però, c’è un mercato che non lascia respirare. OpenAI aggiorna GPT-5, Anthropic lancia il nuovo Opus, Meta esplora partnership per usare i Le TPU ( Tensor Processing Units) di Google.
La corsa è serrata e brucia enormi risorse: i big tech prevedono oltre 380 miliardi di dollari di capex nel solo 2025. Una cifra che potrebbe riscrivere la geografia della Silicon Valley.
E poi c’è il fronte consumer. Anche se Google ha convinto Benioff, non ha ancora convinto il mondo: la sua app Gemini conta 650 milioni di utenti mensili, mentre ChatGPT continua a viaggiare più veloce con 700 milioni… a settimana.
Una corsa senza fine
Dietro le quinte, Google sa di essere solo all’inizio. I dirigenti hanno dichiarato internamente che l’azienda deve raddoppiare la capacità di serving ogni sei mesi solo per stare al passo con la domanda. Una dichiarazione che suona come una promessa — o un avvertimento.
La verità? Google è tornata, brillante e feroce, con un stack AI integrato che pochi possono eguagliare. Ma il traguardo non è nemmeno visibile all’orizzonte. Nella corsa più costosa e competitiva degli ultimi decenni, nessuno ha ancora vinto.
E forse proprio per questo… la corsa è così spettacolare.


