
Crisi in arrivo? L’euforia dell’AI fa tremare Wall Street e gli investitori globali
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Panico a Wall Street: la bolla dell’intelligenza artificiale fa tremare i mercati
Cresce la tensione a Wall Street. Dopo mesi di euforia legata ai titoli tecnologici, gli analisti iniziano a chiedersi se l’intelligenza artificiale (AI) non stia gonfiando una nuova bolla finanziaria pronta a esplodere.
Secondo The Economist, il nervosismo tra gli investitori è palpabile: le valutazioni record raggiunte dalle aziende AI non sembrano più giustificate dai ricavi effettivi.
Il paragone con la “dot-com bubble” del 2000 torna a far paura. Come allora, la promessa di una tecnologia rivoluzionaria ha acceso le borse, ma ora molti temono che il mercato si sia innamorato dell’AI più di quanto sia prudente.
L’effetto domino: il credito sotto pressione
A rendere il quadro ancora più instabile è il crollo di First Brands, società americana del settore automotive travolta dai debiti.
Il caso è diventato il simbolo dei pericoli nascosti dietro anni di tassi bassi e credito facile. Gli analisti temono che questo possa essere solo la punta dell’iceberg.
Se altre imprese — comprese quelle del settore intelligenza artificiale — dovessero mostrare crepe nei bilanci, l’effetto domino potrebbe essere immediato, colpendo startup, fondi e investitori istituzionali in tutto il mondo.
Gli allarmi delle grandi banche
Anche i colossi finanziari iniziano a esprimere preoccupazione aperta.
Il CEO di JPMorgan, Jamie Dimon, e la Bank of England hanno lanciato un chiaro messaggio:
“Il settore AI è sopravvalutato. I multipli di mercato non riflettono la realtà economica.”
Molte startup AI, soprattutto quelle nate nell’ultimo biennio, mostrano valutazioni insostenibili rispetto ai loro ricavi effettivi. Con un eventuale rallentamento degli investimenti, queste aziende rischiano di trovarsi senza liquidità e di trascinare giù l’intero comparto tech.
Un déjà-vu dal 2000?
Il mercato sembra rivivere dinamiche simili alla bolla delle dot-com, quando le aziende digitali crollarono dopo anni di hype.
Oggi, il ruolo di “Internet” è stato preso dall’AI generativa, alimentata da promesse di produttività infinita, ma ancora lontana dal generare profitti concreti.
Le banche centrali, intanto, osservano con cautela. Dopo anni di politiche monetarie espansive, un eventuale scoppio della bolla AI potrebbe avere ripercussioni globali, dal Nasdaq all’Europa, fino alle economie emergenti che hanno investito in startup tecnologiche.
Il sogno dell’AI e la realtà dei mercati
Nonostante i segnali di allarme, il pubblico e i media continuano a credere nel “sogno dell’intelligenza artificiale”: automazione, creatività, efficienza, progresso.
Ma nei corridoi di Manhattan, gli operatori finanziari iniziano a prepararsi al risveglio.
E, come nel 2000, il ritorno alla realtà potrebbe essere brusco e doloroso.
Giuliana Gagliardi
Chief Editor DiPLANET.Tech


