
Padroni della Finanza Tech
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Dinamismo e investimenti per gestire la ricchezza nel 2024
La Cina festeggia il 2024 come l’anno del Drago, figura mitologica che rappresenta potenza e invincibilità. Questo gigante asiatico, che nel 2023 ha conosciuto la recessione, dovrà affrontare nei prossimi mesi le sfide di Paesi sempre più determinati a investire nel l’innovazione tecnologica ormai motore trainante dell’economia in ogni settore.
Business e tecnofinanza, sono destinati ad avere un rapporto sempre più stretto e rafforzato da iniziative che vedono protagonisti vecchi e nuovi mercati.
Regno Unito, i Paesi Nordici europei, gli Stati Uniti, il Brasile, l’India, la Corea del Sud guideranno la classifica dei Paesi più attivi in materia di finanza tecnologica per il 2024.
Il Regno Unito che, in queste settimane ha avuto su di sé i riflettori in seguito alle vicende della Royal Family, perse oltre 440 imprese finanziarie per colpa della Brexit che trasferirono parte delle loro attività nell’UE. Quest’anno, il Regno Unito si prepara a ripristinare il suo prestigio come piazza finanziaria europea di primo piano.
Il primo step sarà la messa in atto della Legge sui Servizi Finanziari, la “UK crypto regolamentazione”, per criptovalute e le stablecoin, al fine di garantire un settore finanziario tecnologicamente avanzato.
Negli Stati Uniti, l’industria del Fintech è stata testata da una serie di sfide, ma si prevede – con prudenza – che continuerà a essere un attore chiave nel panorama globale del Fintech. L’India ha le carte in regola per affermarsi a livello mondiale come un mercato in crescita nel settore del Fintech, con un numero sempre maggiore di aziende che offrono una vasta gamma di servizi finanziari innovativi. Nel frattempo, il Brasile, la Corea del Sud e i Paesi Nordici europei stanno emergendo con un ruolo chiave nella definizione del futuro del settore a livello globale.
Più interessati alla “Tecno rivoluzione” saranno i servizi bancari con l’impatto sempre più “invasivo” dell’Intelligenza Artificiale generativa.
Banche tradizionali e Istituti finanziari le stanno già adottando per alcuni servizi, tra cui la redazione di documenti finanziari e la fornitura di raccomandazioni finanziarie personalizzate in tempi rapidi. L’adozione dell’IA e del Machine Learning per ridurre l’elaborazione manuale, l’attrito e i costi è ormai una realtà consolidata. Si prevede che nel 2024 sarà sempre più evidente la capacità di accedere al mercato più velocemente grazie all’incorporazione di capacità di AI/ML per vari servizi, come l’onboarding, la valutazione del credito, le decisioni finanziarie e gli insight di spesa. Inoltre, si sottolinea che le chatbot continueranno a crescere in importanza, favorendo un’interazione avanzata dei clienti con le app bancarie e i servizi finanziari online. Le banche stanno anche adottando sistemi multi-conversazionali per consentire ai clienti di interagire direttamente e in modo sicuro con assistenti virtuali.
Gli analisti prevedono che entro il 2030 la tecnologia renderà le banche invisibili ai clienti, con il personale che assumerà il ruolo di assistenti virtuali simili a Siri per l’iPhone.
Saranno agevolati i pagamenti biometrici e BNPL (Byu Now and Pay Later) con maggiori livelli di sicurezza e ottimo strumento per le PMI con aumento delle vendite e flessibilità nei pagamenti.
Non trascurabile l’importanza che avranno nella tecnofinanza i criteri “ESG” (“Environmental”, “Social” and“Governance”) indicatori che permettono di analizzare l’attività di un’impresa o di uno Stato, non solo su aspetti finanziari, ma anche sotto il profilo ambientale, sociale e di buona governance. Una tendenza che riflette l’impegno crescente verso investimenti sostenibili e responsabili.
Tutto questo lascia comunque aperto il problema della tutela dei dati.
Nel 2024, già preannunciato come “Anno del Deepfake” dovrebbe entrare in vigore FIDA (Financial Data Access), un programma presentato dalla Commissione Europea nel giugno 2023 che fornirà l’accesso sicuro ed efficiente ai dati finanziari.
In pratica, questa iniziativa che è attualmente in discussione tra le autorità dell’UE e gli stakeholder negli Stati membri, ha lo scopo di regolamentare la pratica dei clienti che istruiscono le istituzioni finanziarie a fornire i
loro dati direttamente ad altre istituzioni finanziarie e alla nuova categoria di ‘Fornitori di Servizi di Informazione Finanziaria’ (FISP). La proposta si basa sul quadro di Open Banking stabilito dalla Direttiva sui Servizi di Pagamento 2 (PSD2), che ha permesso alle banche di condividere i dati dei conti di pagamento se i clienti danno il permesso di farlo. FIDA riguarda altri dati finanziari come assicurazioni, conti di risparmio, prestiti, investimenti e prodotti pensionistici.
Un anno “ricco” – visto che parliamo di Fintech – ma da affrontare con prudenza e per chi non è esperto della materia dovrà affidare la gestione dei propri soldi a chi possiede competenza e affidabilità.
Ne parliamo con…
Giuliana Gagliardi
DiPLANET.Tech