BERLUSCONI IN AI
Un uomo da âFront Pageâ in ogni occasione e, per alcuni aspetti, il primo vero âtecnocrateâ dellâimprenditoria italiana. Fiero della sua âmilanesità â, ha lasciato la traccia di un businessman fra i piÃđ dotati a vivere il cambiamento dei tempi e gusti del pubblico, nel suo caso gli utenti delle Tv che aveva creato dal nulla e che, nel giro di una manciata di anni, sono aumentati in maniera esponenziale facendo concorrenza ai giganti delle Tv americane.
Su di lui si ÃĻ detto tutto e noi, di certo, non vogliamo aggiungere nulla di banale o dejà vu. Ma un caratteristica che vogliamo evidenziare ÃĻ la sua continua attenzione verso le nuove tecnologie e la loro applicazione veloce in tutti i settori. Convinto sostenitore della digitalizzazione, in primis nella Pa, ha destinato cospicui investimenti nellâinnovazione quando in Italia era ancora considerato âprematuroâ affrontare il tema da parte di molte imprese. Già nel 2013 affermava: ââĶâĶ mi sento di dire che la ârivoluzione digitaleâ ÃĻ il completamento della rivoluzione liberale che perseguiamo dal 1994 e che abbiamo parzialmente realizzato con le nostre riformeâ
METTI IL FINTECH IN SPALLA E VAI
Con la determinazione tipica dei Berlusconi, le società di famiglia hanno investito in parecchie startup, sia in Italia che allâestero, dando prova di avere una visione anticipatoria di come le tecnologie piÃđ avanzate possono influenzare i mercati e determinare nuovi metodi di gestione dellâimpresa. Il Fintech âMade Berlusconiâ porta la firma di Luigi Jr, il piÃđ giovane dei figli del Cavaliere, attivissimo nel venture capital e investitore, con centomila euro iniziali, in startup del Fintech per acquisti on line e a rate, come Scalapay, Pay Now e Buy Later. FININVEST, già nel 2021, era proprietaria di due partecipazioni in due società fintech italiane. La prima ÃĻ una quota del 6,8% di Soldo, società specializzata nella gestione delle note spese e dei pagamenti aziendali, la seconda ÃĻ il 2% di Satispay, l’unicorno che ha sviluppato un’app per i pagamenti veloci.
Sul versante dellâinternational, Mediaset detiene partecipazioni in diverse startup, molte spagnole. Tra queste 21Buttons, social network di moda che consente agli influencer di inserire link sugli abiti che indossano nelle loro fotografie, l’e-commerce di prodotti per lo sport Deportvillage e ByHours una piattaforma di prenotazioni di microsoggiorni.
MEDIASET ha dato grande impulso agli investimenti nellâeditoria Digital con lâacquisto di quote della media company digitale statunitense Studio71 e della piattaforma media tedesca ProSiebenSat.1 coprendone l’indebitamento finanziario. In questo modo Mondadori, la storica editrice di famiglia ÃĻ entrata a pieno titolo nell’olimpo dell’editoria digitale. Nel 2021 il Gruppo Mondadori ha annunciato l’acquisizione di Hej!, società fondata nel 2017 e attiva nel segmento del tech advertising.
BOSS DEL DIGITAL ON TV
Con 10,4 milioni di video visti in media ogni giorno su tutti gli schermi nel 2022, Mediaset oggi ÃĻ il primo editore di contenuti televisivi sul digitale. I numeri sono stati presentati da Pier Paolo Cervi, Direttore Business Digital di Mediaset che, nel corso di una conferenza stampa, ha descritto le tappe di riposizionamento sul digitale iniziata poco piÃđ di quattro anni prima.
âNel 2018 â precisa – in occasione dei mondiali di Russia, abbiamo lanciato la piattaforma Mediaset Play, che costituiva l’inizio di un obiettivo ambizioso: il ridisegno della user experience video non lineare dell’utente Mediaset. Il 2019 e il 2020 sono stati due anni di consolidamento e di grande crescita, allora avevamo una piattaforma esterna, Mediaset Infinity, che invece gestiva un business a pagamento. Il 2021 ÃĻ stato importante perchÃĐ, seguendo il percorso strategico che avevamo delineato, abbiamo deciso di effettuare la fusione delle due piattaforme: quindi abbiamo liberato all’interno di un’unica piattaforma contenuti free e pay. à nata cosÃŽÂ Mediaset Infinity. In quell’occasione, abbiamo deciso di portare sulle connected tv tutta la nostra offerta”.
Le cifre parlano da sole e indicano risultati molto positivi: âNel 2018 â continua Cervi – avevamo 2,2 milioni di video visti al giorno, mentre la media giornaliera del 2022 ÃĻ di 10,4 milioni. Abbiamo quasi quintuplicato il volume“. “Un altro parametro importante per noi ÃĻ il tempo speso dagli utenti. Nella media giornaliera del 2018, eravamo poco sotto al mezzo milione di ore viste al giorno contro l’1,3 milioni giornaliere del 2022. Abbiamo circa triplicato il tempo speso dagli utenti. Quello che osserviamo ÃĻ uno stile di consumo che si va a ibridare: ci sono utenti che fruiscono al mattino sul telefonino, il pomeriggio sul pc e la sera in tv”, ha sottolineato il Direttore Business Digital di Mediaset. “Infine, sulla piattaforma Infinity, nel 2019, avevamo circa mezzo milione di abbonati. Nel 2022, abbiamo superato il milione di sottoscrizioni a pagamento al servizio Infinity+, il servizio pay contenuto all’interno della piattaforma Mediaset Infinity, che complessivamente raggiunge 19 milioni di utenti registrati.
Unâatra carta vincente del Gruppo ÃĻ Publitalia 80, che potenzia lâofferta digitale nel ad tech sia attraverso lâinvestimento in tecnologie (come nel caso della data management platform unificata che da quattro anni raccoglie ed elabora nel rispetto della privacy i dati raccolti su tutte le piattaforme Mediaset) sia attraverso acquisizioni â particolarmente importante quella di Beintoo nel 2020
Nel corso della press conference, Alessandra ALLEGRETTA, Sales Marketing Specialist, spiega che lâofferta di Mediaset oggi offre al mercato un ecosistema digitale integrato. Tutti i mezzi riescono a dialogare tra loro, accompagnando gli investitori pubblicitari in un percorso che va dalla considerazione fino allâacquisto, partendo dalla grande copertura della tv lineare e non (Mediaset raggiunge attualmente 14 milioni di tv connesse in Italia, con una copertura dellâ80% su questo mezzo), passando per il web e il mobile, il digital audio, il DOOH, fino alla possibilità di chiudere il âfunnelâ della comunicazione attraverso la misurabilità degli effetti di tutte queste attività in termini di accessi al sito del cliente (drive-to-site) o afflusso incrementale ai punti di vendita dei clienti (drive to store). Il tutto con la possibilità di operare tutta una serie di personalizzazioni, che vanno dalle profilazioni su base geografica, sociodemografica o interesse, alla possibilità di fare dialogare in logica sequenziale tutti i mezzi a disposizione, decidendo per esempio di raggiungere gli utenti esposti o non esposti anche sul second screen, e misurare gli effetti di tutte queste attività sullâeffettiva attivazione degli utenti. Â
PIER SILVIO Jr: âOFFERTA UNICA IN TERMINI DI TECNOLOGIA E SERVIZIOâ
MEDIASET PUNTA SUL WEB e sullâinternational e come ha specificato Pier Silvio BERLUSCONI: “Mediaset ÃĻ per tutti gli italiani televisione, ma da ormai tanti anni lavoriamo sul Web con una convinzione e una spinta che non ÃĻ da tutti i broadcaster. Oggi abbiamo a disposizione un qualcosa in termini di tecnologia e di servizio che possiamo offrire a utenti e clienti abbastanza unico. Facciamo un grande lavoro. Vediamo una crescita geometrica di anno in anno e inizia ad avere un bel peso. Questo oggi esiste in Italia, con la futura fusione con la Spagna ci vorranno dei mesi di implementazione della tecnologia affinchÃĐ funzioni anche lÃŽ e poi la speranza ÃĻ che – parlando da azionisti di ProSieben  (emittente televisiva privata tedesca) – un qualcosa di simile possa essere fatto unendo anche la Germania, che ÃĻ un mercato molto piÃđ grande di quello spagnolo e di quello italiano.
La voglia di Tech puÃē definirsi âun vizio di famigliaâ in casa Berlusconi. Lo dimostra anche Billy, figlio di Paolo il fratello minore del Cavaliere. Billy ÃĻ il founder della prima Avatar Factory italiana, IGOODI, che permette una infinità di applicazioni fra cui, lâaccesso al metaverso, con unâidentità digitale certificata. Il tutto con il contributo della Blockchain, la tecnologia che Billy Berlusconi studia da piÃđ di dieci anni: âLa mia famiglia ÃĻ sempre stata ricca di innovatoriâ afferma lui stesso in unâintervista con Huffington Post
https://www.huffingtonpost.it/dossier/fintech/2022/04/26/news/l_
âQuando le Big Tech, con Zuckerberg in testa, saranno riuscite a creare una dimensione virtuale dove poter potenzialmente fare di tutto, con lâaiuto di visori e auricolari da realtà aumentata, allora diventerà fondamentale avere un proprio corpo anche nel mondo digitale. à questa la scommessa di Igoodi: âQuando si parla di avatar si pensa a due possibili cose: quelli dei videogiochi oppure i protagonisti della serie cinematografica ideata dal regista James Cameronâ. SÃŽ, perchÃĐ al di là del futuro targato Meta, avere sullo smartphone uno smart body con tutti i nostri dati fisici puÃē essere utile, ad esempio, per inviare le nostre precise misure al sarto, senza dover passare necessariamente in bottega. âTelesartoria ma anche healthcare. Possiamo effettuare piÃđ scansioni nel tempo e valutare con la massima precisione le trasformazioni del nostro corpoâ. Inviare i nostri avatar al nutrizionista ad intervalli regolari, per capire come procede la dieta. âMa anche al personal trainer, se stiamo seguendo un allenamento oppure stiamo lavorando sulla posturaâ. Insomma, come dice il fondatore di Igoodi: il corpo sta nella vita reale come lâavatar sta nel metaverso.
Giuliana Gagliardi per
DiPLANET