L’AI del 2023: efficiente, sostenibile e accessibile
Tra Grandi Speranze e Grande Hype, un breve sguardo a cosa ci riserva il prossimo futuro.
L’AI nel 2023: una nuova speranza di efficienza per le aziende?
Stiamo assistendo a un vero ritorno di fiamma per il tema dell’Intelligenza Artificiale: dopo anni di “inverno dell’AI” oggi ci troviamo allo sbocciare di una primavera rigogliosa.
Se nell’ultimo decennio l’AI è stata considerata pura avanguardia e trattenuta all’interno dei reparti R&D delle aziende, spesso alla stregua di un mero esercizio di stile, i mesi a cavallo tra la fine del 2022 e inizio del 2023 hanno visto concretizzarsi una nuova visione di questo strumento così potente e insieme così multiforme.
Il 2022 è stato un anno di crescita incredibile per l’Intelligenza Artificiale in Italia. Dall’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano emerge un dato davvero significativo: il valore di mercato delle soluzioni AI ha raggiunto 500 milioni di euro, con una crescita annuale del 32%, di cui un 27% di Export.
Un recente sondaggio condotto da Gartner rivela che l’80% dei dirigenti ritiene che l’automazione possa essere applicata a qualsiasi decisione aziendale, e un terzo delle aziende già applica l’Intelligenza Artificiale alle proprie business unit.
Questo si traduce in una profonda trasformazione dei processi: un progetto sperimentale di AI su due (il 54% del totale) diventa operativo nelle imprese.
Le organizzazioni, trasversalmente per settore e dimensione, hanno quindi iniziato a mettere a budget attività AI-based, rivolgendosi verso partner specializzati nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.
E questo a maggior ragione in uno scenario in cui l’hype per l’innovazione e la voglia di applicare tecnologie e modelli nuovi si mescola con la necessità di fare saving, di ragionare in un’ottica sempre più stringente di efficienza.
AI per l’efficienza
Dunque, tutti oggi parlano di Intelligenza Artificiale, ma a cosa serve davvero? Per fare in modo che l’AI sia funzionale alle esigenze di un’azienda occorre innanzitutto interpretare il contesto nel quale è calata.
Che si tratti di problemi industriali o gestionali, la complessità dei fenomeni che si trova a fronteggiare ogni impresa è il vero campo su cui può, e deve, misurarsi l’AI.
Le applicazioni al mondo dell’industria manifatturiera e produttiva sono in continua crescita e diffusione, anche in forza degli investimenti stanziati dal PNRR.
Per traghettarci nel mondo dell’Industria 5.0 – in uno scenario sempre più collaborativo tra uomini e macchine – servono però tecnologie all’altezza di questo cambio di passo, con soluzioni più sicure e sostenibili, che rimettano al centro l’ambiente e il benessere delle persone.
In questo senso le tecnologie di Machine Learning e Model Serving sono gli strumenti più potenti a nostra disposizione in grado di restituire alle persone una visione più completa, precisa e simultanea dei fenomeni, attraverso l’analisi dei dati disponibili e l’aggiunta di quelli mancanti.
In quest’ottica di sviluppo, è essenziale la capacità dei Modelli di AI di elaborare una sempre maggiore quantità di informazioni, dati e immagini, relativi ai processi e ai sistemi alla base della fabbricazione di prodotti e alla fornitura di servizi in generale.
In anni così densi di trasformazioni e transizioni – ecologiche, economiche, sociali – il risparmio di risorse, di tempo e di spazio è un imperativo che accomuna aziende di ogni dimensione e settore.
Se Datrix si occupa da sempre di approcci di AI sostenibili per la crescita del business, con Aramix – il nuovo tech player nato a febbraio dalle esperienze combinate di 3rdPlace e Aramis – fa un passo in più verso l’efficienza, vera chiave di volta per affrontare questa complessità in ogni ambito dello scenario attuale.
AI per la sostenibilità
Mentre i criteri ESG diventano più stringenti per tutte le imprese, anche gli investitori sono più sensibili alle tematiche di sostenibilità nei riguardi delle aziende su cui scelgono di puntare, con strumenti finanziari sempre più sofisticti, come il Thematic Investing, per esempio.
Aziende attente al clima, con una buona gestione della diversità e dell’inclusione, attiviste per i diritti LGBTQ+: questi sono solo alcuni esempi del tipo di aziende in cui le persone preferiscono investire, in un mondo finanziario dove l’impatto delle scelte dei singoli è sempre più pervasivo.
La possibilità di monitorare in tempo reale le notizie e le esposizioni a tema ESG è uno dei vantaggi più insostituibili dell’Intelligenza Artificiale applicata in ambito finanziario.
Le imprese a loro volta sono in grado di valutare a 360° i propri impegni aziendali di sostenibilità, combinando dati interni con dati alternativi esterni, misurando l’effettiva percezione degli stakeholder su questi complessi, cruciali temi.
AI per tutti?
In questi primi mesi del 2023 si è fatto un gran parlare dei modelli generativi: tecnologie in grado di generare testi e immagini originali partendo da istruzioni discorsive, con il caso ChatGPT che ha rapidamente conquistato l’attenzione pubblica per la sua versatilità e spiazzante facilità d’utilizzo.
ChatGPT è un modello di Natural Language Processing (NLP), sviluppato da OpenAI e addestrato a comprendere e rispondere agli input del linguaggio naturale in un modo che simula una conversazione simile a quella umana.
Il ruolo principale di ChatGPT e di modelli di Intelligenza Artificiale simili è quello di migliorare la nostra capacità di comunicare con le macchine.
Tuttavia, l’uso di modelli di Intelligenza Artificiale come ChatGPT solleva anche importanti questioni etiche. Man mano che questi modelli diventano più avanzati, c’è il rischio che possano essere utilizzati per creare notizie false o manipolare l’opinione pubblica. Inoltre, ci sono preoccupazioni per il potenziale impatto dell’IA sui posti di lavoro e sull’economia, poiché le macchine diventano sempre più in grado di eseguire compiti che in precedenza erano svolti dagli esseri umani.
Nonostante queste sfide, lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT è un importante passo avanti nella nostra ricerca per creare macchine più intelligenti. Mentre continuiamo a sviluppare e perfezionare questi modelli, abbiamo il potenziale per creare nuove tecnologie e sistemi che trasformeranno il nostro mondo in modi che oggi possiamo solo immaginare.
Questo paragrafo che avete appena letto, ad esempio, è stato scritto proprio da ChatGPT.
Sul piano della resa formale, un elaborato di questo tipo – generico quanto basta ma sufficientemente ben costruito – è di fatto indistinguibile da un testo scritto da un essere umano. Impressionante, ma soprattutto intrigante nelle sue implicazioni.
In fondo qualunque linguaggio – visivo o verbale che sia – può essere ricondotto a un calcolo combinatorio dei suoi elementi, e chi più velocemente di una macchina è in grado di farlo?
Eppure la pertinenza e la “qualità” dell’output dipende in maniera proporzionale dalla bontà dell’input. Se l’Intelligenza Artificiale diventa open source, ovvero alla portata di tutti, diventa ancora più importante un’educazione specifica su come interrogarla, per far emergere il suo potenziale migliore.
L’AI sarà in grado di fornirci risposte sempre più accurate e pertinenti, questo è fuor di dubbio, ma le domande giuste spettano sempre agli esseri umani.
Ecco allora l’ultima speranza per il 2023: una democratizzazione reale dell’Intelligenza Artificiale.
Per un utilizzo dell’AI che sia lungimirante oggi e imprescindibile negli anni a venire, che possa diventare utile ad aziende di qualunque dimensione, e che passi attraverso la formazione, le competenze condivise, l’etica, l’attenzione alla privacy e la trasparenza.
https://datrixgroup.com/blog/ai-data/il-2023-per-intelligenza-artificiale/ Datrix | AI per la crescita data-driven delle imprese