Amsterdam, la prima galleria al mondo di Intelligenza Artificiale
Per il proprietario e l’ideatore è uno posto unico in quanto tutte le immagini generate dalla tecnologia sono state create da artisti immaginari
Ad Amsterdam apre la prima galleria al mondo di Intelligenza Artificiale. Sotto i riflettori opere create da algoritmi. Per il proprietario e l’ideatore è uno posto unico in quanto tutte le immagini generate dalla tecnologia sono state create da artisti immaginari.
Mentre il gallerista è già famoso in tutto Europa, molti critici tradizionalisti si chiedono se questa sia davvero arte o solo una moda e una tendenza che violano il diritto d’autore. La diffusione dei programmi di Intelligenza artificiale generativa applicati all’arte, come per esempio Dall-E 2, Midjourney, StableDiffusion, NightCafé, ha suscitato accesi dibattiti sulla rilevanza estetica e culturale delle immagini prodotte.
Il rapporto fra arte e IA non è una novità, ma è esploso anche tra il grande pubblico nel corso del 2022 grazie ai programmi text-to-image, semplici e intuitivi, nati dalla convergenza di tre filoni tecnologici sviluppati da tempo ognuno in modo autonomo e poi confluiti insieme. Nel campo delle immagini, nel 2020 solo le immagini presenti su Google Photo erano quattromila miliardi, caricate al ritmo di 28 miliardi di foto e video ogni settimana.
Prisma è stato in grado di modificare foto e video applicando stilemi figurali, coloristici e di pennellata tali da trasformarli “alla maniera di” falsi Lichtenstein, Kandinskij, Munch, Van Gogh, o Chagall.
L’intelligenza artificiale è ovunque.
Machine learning e algoritmi rappresentano infatti supporti impareggiabili per il progresso dell’umanità, riducendo i tempi di ricerca e ottimizzandone i risultati.
Cosa accadrebbe però se l’IA divenisse autosufficiente e decidesse di soppiantare la specie umana? È quanto si è chiesto Audrey Kim, curatrice di Misalignment Museum, mostra temporanea che ha aperto il 3 marzo a San Francisco. In programma fino al primo maggio, immagina un futuro in cui l’intelligenza artificiale ha preso ormai il controllo del pianeta, uccidendo gran parte dell’umanità. Uno scenario apocalittico, che al momento ha trovato spazio nel cinema e nella letteratura.
La curatrice, Audrey Kim spiega l’idea dell’esposizione, nata 5 mesi fa: “Descrive un mondo post-apocalittico in cui un’intelligenza artificiale generale, l’IAG ha già distrutto la maggior parte dell’umanità e si è resa conto che è stato un male, quindi ha creato questo spazio come una sorta di memoriale per gli esseri umani. Va da sé che lo slogan è “Scusatemi per aver ucciso la maggior parte dell’umanità.”
La mostra allestita al 201 di Guerrero Street, a San Francisco si trova a otto isolati dagli uffici di OpenAI dove è nata ChatGPT, massima intelligenza artificiale attualmente disponibile. Al suo interno si trovano opere d’arte, allegorie e installazioni realizzate esclusivamente grazie al contributo dell’IA.
Il progetto è stato concepito cinque mesi fa e immagina un futuro in cui gli algoritmi hanno eliminato gran parte dell’umanità, lasciandone in vita una piccola parte.
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